De Ceccatty, René
Maria Callas: da Ingeborg Bachmann a Roland Barthes, da Marguerite Duras a Hervé Guibert, scrittori e filosofi ne hanno celebrato il canto come la piú alta espressione della voce umana. La sua incredibile estensione vocale, la sua voce, come ha scritto Maurice Fleuret, «orientale e popolare, metallica, ricca di contrasti e roca», cosí lontana dalla scuola italiana di una Tebaldi, la sua postura vocale opposta alla tradizione, il suo inimitabile temperamento drammatico ne hanno eretto il monumento e costruito un mito che perdura sino ai nostri giorni. Oggetto di una mole incredibile di commenti, articoli, libri, spettacoli teatrali, balletti, la sua esistenza è stata spesso travisata da racconti infedeli, caratterizzati da un’ambigua mescolanza di stereotipi – sulla «sventura», sul «genio» e sul «destino» – e di curiosità morbose. Di straordinaria intelligenza musicale, Maria Callas non è stata, infatti, altrettanto saggia nella vita – secondo Marina Cicogna, la coproduttrice di Medea, il film di Pasolini che la vide protagonista, aveva sacrificato la sua carriera magica alla speranza del Grande Amore – ed è forse questo il motivo per cui tanti biografi, nel tentativo di trovare la chiave del suo mito, hanno fatto ricorso agli elementi propri di un melodramma.
317
13,5 x 22 cm
brossura
9791255020615